14° giorno: Osaka-Kyoto-Osaka

Appena svegli oggi abbiamo acceso la TV ed abbiamo scoperto che in realtà quello avvertito da Daniela era un vero terremoto con epicentro più o meno a metà strada tra Tokyo e Osaka durato circa 60 secondi e di magnitudo 6.5 della scala Richter.

La sosta a Osaka, era inizialmente di 4 giorni, nei quali avremmo dovuto visitare Osaka, Nara, Kobe e se fosse avanzato tempo, Hiroshima (che è ad un paio di ore di treno). Ma avevamo avuto all'inizio, una brutta impressione di Osaka, anche perchè non vi sono momumenti di rilevanza, a parte il castello.

Stessa cosa leggendo sulla guida per Kobe, così eravamo un po' sfiduciati sulla scelta di Osaka, quindi dopo la visita a Nara di ieri abbiamo deciso di tornare a vedere la zona centrale di Kyoto, per una volta di giorno e con i negozi aperti. La mattina ce la siamo presa comoda, dopo le sfacchinate di Nara e Nikko, ci siamo alzati e preparati con calma e siamo andati in treno a Kyoto.

Arrivati alla stazione di Kyoto mi sono ricordato che qualcuno su internet diceva che qui c'era il museo di Osamu Tezuka, cosniderato qui in Giappone, ma credo in tutto il mondo, l'inventore del manga moderno. Con mio sommo dispiacere abbiamo scoperto che il museo non è a Kyoto ma nelle vicinanze di Kobe e che qui in stazione c'è solo un negozio di souvenir dedicato a Tezuka ed ai suoi personaggi. Comunque ci sono andato.

Poi abbiamo girato con calma nei negozietti del centro, comprato qualche souvenir, la sosta d'obbligo a Starbucks e pranzato di nuovo al sushi bar col nastro girevole dove eravamo stati nei primi giorni. Finito il lungo girovagare per Kyoto siamo tornati ad Osaka, dicendoci che almeno una visita notturna la meritava. Appena giunti a Minami (zona centrale di Osaka) ci siamo dovuti ricredere sulla città. E' vero, non ha luoghi di interesse turistico (a parte il castello, che avevo cancellato dalla mente e alla fine non abbiamo visto) ma si è rivelata una città brulicante di vita notturna, di negozietti e di ristoranti. Abbiamo incontrato anche un festival jazz, e poi luci, migliaia di luci, quasi più di Tokyo (sulla guida la paragona un po' alla città di Blade Runner).


Appena usciti dal treno abbiamo trovato un enorme centro commerciale sotterraneo che correva parallelo alla strada in superficie chiamata Namba Walk, nelle cui vicinanze si snodano strade piene delle luci e dei negozi di cui accennavo sopra. Infine, un po' dispiaciuti di aver snobbato Osaka, siamo tornati in albergo, abbiamo fatto il bucato alle lavatrici a gettoni presenti all'interno dell'albergo, abbiamo rimesso in sesto le valigie, e siamo andati a dormire dopo aver guardato un po' di anime al computer. Domani si torna a Tokyo.

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