15° giorno: Tokyo, ultimo giorno

Oggi passeggiata a Shibuya.


Shibuya è uno dei quartieri frequentati dai ragazzi di Tokyo, con negozi alla moda e l'incrocio in diagonale più famoso del mondo.

Il quartiere è noto anche per la storia di Hachiko, un cane che fu adottato da un professore universitario che lavorava a Tokyo e ogni giorno, negli anni venti, prendeva il treno per recarsi al lavoro.

Hachi tutti i giorni lo accompagnava alla stazione di Shibuya e poi tornava alle 15 per attendere il ritorno del padrone. Un giorno il professore morì mentre era al lavoro ma Hachi continuò per i dieci anni successivi ad aspettare il ritorno del padrone alla stazione, finchè non morì lì davanti. Il cane che oramai era conosciuto da tutto il Giappone, divenne il simbolo di fedeltà e gli fu eretta una statua ancora visibile alla stazione di Shibuya. A breve arriverà nei cinema un film (qui il trailer) tratto dalla storia di Hachiko con Richard Gere.

ps. Il nome del cane è Hachi,
il suffisso "kō" è usato come vezzeggiativo.


Fatte le foto alla statua di Hachi abbiamo attraversato questo incrocio diagonale, dove sembrano scontrarsi le centinaia di persone che provengono dai due lati opposti ad ogni semaforo verde. Fatto ciò si entra nella zona dello shopping di Shibuya. Siamo andati a Tokyu-Hands un negozio che vende un po' di tutto (anche questo a 7 piani) dove abbiamo acquistato un po' di piccole cose. Poi siamo andati a Madarake, uno dei più importanti negozi di manga e anime del Giappone, che vende prevalentemente manga usati, da dove siamo usciti almeno 1 ora dopo, vista l'enorme quantità di cose da vedere. Poi sosta a Starbucks con vista dall'alto dell'incrocio diagonale.

Avendo scoperto dalla guida che a Harajuku c'era un negozio a cinque piani che vende tutto a 100yen (75cent circa), il più grande di Tokyo, abbiamo preso la metro e ci siamo rituffati nel casino di Takeshita-dori, la strada pedonale più trafficata della zona. La zona è frequentatissima da ragazzi un po' stravaganti. Nel negozio abbiamo comprato tante piccole cose utili, dall'alga nori per il sushi, all'utensile per arrotolare il riso per fare gli onigiri. Poi siamo tornati a Shibuya in albergo, e mentre io dormivo, Daniela cercava un posto dove andare a mangiare. Usciti di nuovo ci siamo fermati a mangiare in un posto con la cassa automatica all'esterno del locale e si mangia seduti ad un bancone che circonda la cucina. La cosa simpatica del locale era che ad ogni ingresso di cliente, l'unica ragazza dello staff salutava e tutti gli altri rispondevano in coro con una specie di "HEY!". Abbiamo mangiato udon talmente caldo da sudare, ma molto buono. Visto che era l'ultima notte a Tokyo non avevamo voglia di andare a dormire, così abbiamo continuato a girare per Shibuya. Ho portato Daniela dentro una sala giochi ma solo per guardare e poi dopo aver camminato un altro po' siamo tornati in albergo, abbiamo riconfigurato le valigie dopo gli ultimi acquisti (il ferro da stiro!!!!!! ma non solo) e siamo andati a dormire.

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